(L’Aquila, 28 novembre 1738 – Napoli, 7 settembre 1818)
Tratto dal capitolo “Delle scienze” – Trattato “Delle virtù e de’ premj”, 1766
Questa scienza, che ha per oggetto la riparazione e la conservazione del corpo umano, si deve all’attenzione che il nostro intelletto ha messa in considerare l’economia animale, la complicazione delle nostre membra, le varie materie che la compongono, ed i liquori che vi circolano. Se il nostro spirito rientra in sé stesso per istudiarvi l’uomo, gli si palesa la sua natura, che fino da colmo della corruzione lo chiama all’osservanza de’ suoi doveri, ed ai suoi veri fini. Roma dopo lunghi gemiti e continue lagrime versate sotto l’impero di alcuni mostri piuttosto che uomini, dalla morale Stoica ricevé in suo sollievo gli Antonini e Marchi Aureli, nomi che rimembrar non si possono senza un’interna compiacenza e tenerezza. Ricaduta l’Europa nelle barbarie delle prime età, non ritornarono i suoi popoli nella dolcezza de’ loro antichi costumi se non quando le scienze uscirono dal letargo, in cui le aveva sepolte la ferocia, compagna indivisibile dell’ignoranza.
Il marchese Giacinto Dragonetti